Misure protettive e cautelari nella composizione negoziata: confini e chiarimenti

29/05/2025

Nel contesto della composizione negoziata della crisi d’impresa, si è aperto un importante dibattito giurisprudenziale sul rapporto tra misure protettive e misure cautelari. La questione nasce dalla possibilità di utilizzare misure cautelari per estendere la protezione del debitore oltre i 240 giorni previsti per le misure protettive.

Il Tribunale di Milano ha adottato una posizione favorevole, ammettendo la possibilità di ricorrere a misure cautelari con contenuti analoghi per evitare l’interruzione della tutela durante trattative ancora in corso. Al contrario, il Tribunale di Roma ha respinto tale possibilità, sostenendo che si tratti di un’elusione della disciplina speciale contenuta nel Codice della crisi.

Il nodo centrale riguarda la specialità delle misure protettive, che secondo l’interpretazione romana non possono essere prorogate né replicate sotto altra forma una volta scadute. La loro disciplina specifica, infatti, esclude espressamente la reiterazione, mentre le misure cautelari seguono regole differenti e più flessibili.

Questa interpretazione ha rilevanti implicazioni operative: le imprese che avviano una composizione negoziata devono pianificare le trattative nei tempi previsti e non possono fare affidamento su strumenti sostitutivi per prolungare la protezione. Ciò rafforza la necessità di un approccio tempestivo, ben strutturato e trasparente.

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